BERLINO - Nel paese natale del Pontefice, la Chiesa introduce la "scomunica light". Così la Sueddeutsche Zeitung ha battezzato la procedura introdotta dalla Conferenza episcopale tedesca, con l' assenso della Santa Sede. Chi non versa i contributi fiscali alla chiesa della religione, cioè l' equivalente del nostro 8 per mille, perché dichiara alle autorità di non appartenervi più, d' ora in poi non sarà considerato più cattolico, e quindi non potrà ricevere i sacramenti, quindi nemmeno funerale e sepoltura religiose. La dura posizione è la risposta dei vescovi di Germania, con l' avallo del Vaticano, al drammatico esodo dei fedeli: in media 100mila l' anno escono ufficialmente dalla Chiesa. Per sfiducia, non per perdita della fede. La questione teologica posta dalla decisione dell' episcopato tedesco è seria, nota Matthias Drobinski della Sueddeutsche: vuol forse dire che soltanto chi paga è considerato una persona che ha la fede? Nella fattispecie, unicamente chi versa l' addizionale dell' imposta sul reddito destinandola per scelta dichiarata alla Chiesa cattolica e apostolica romana può prendere parte alla vita religiosa? Il rigore per l' incasso fa premio sulla pietà cristiana, anche con un no a un funerale? Da tempo, la conferenza episcopale tedesca chiedeva una risposta energica al problema. Insistendo che in sostanza chi dichiara agli uffici pubblici di non appartenere più a quella comunità religiosa definita appunto Chiesa cattolica di fatto rompe con la Chiesa stessa e gli vanno negati i sacramenti. A lungo la Santa Sede aveva fatto valere sue pesanti obiezioni: cioè aveva notato nel 2006 che non basta dichiarare allo Stato di non essere più cattolico. Per uscire dalla Chiesa devi dichiararlo per motivi di fede al parroco o al vescovo. Adesso la musica è cambiata. Ha l' avallo di Roma la lettera circolare che- firmata da ogni parroco, ma scritta dalla Conferenza episcopale - lancia un duro monito ai fedeli che hanno dichiarato allo Stato di non essere più parte della Chiesa. «La Sua decisione non mi è affatto indifferente, vorrei parlarne con lei, e come pastore di anime ho anche il dovere di chiedere quale sia la motivazione della sua uscita dalla Chiesa», dice il testo. Chi esce dalla chiesa «commette un grave errore contro la comunità dei fedeli». Di conseguenza non può ricevere i sacramenti, quindi né comunione né cresima né confessione. Chi non paga più l' otto per mille alla tedesca non può nemmeno essere padrino in un battesimo o in una cresima. Per ottenere un matrimonio religioso deve avere il permesso del vescovoe impegnarsia impartire ai figli un' educazione cattolico. E salvo «segni di pentimento prima della morte», gli si possono negare funerale e sepoltura cristiane. Linea dura, con l' appoggio di Roma. Mercoledì la parola è alla giustizia tedesca, che deciderà sul ricorso di un anziano signore, Hartmut Zapp, tuttora fedele ma da anni deciso a non versare più l' addizionale Irpef. Vedremo come andrà a finire. I vescovi, suggeriscono i media, sembrano temere di perdere quelle entrate fiscali più di quanto non temano l' esodo dei fedeli.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI